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Il vecchio lavatoio (da Riavvolgendo il nastro del tempo)

Il vecchio lavatoio (da Riavvolgendo il nastro del tempo)

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Il vecchio lavatoio (da Riavvolgendo il nastro del tempo)

Salendo la Strada della Ferriera che da Santa Maria dell'Arzilla conduce al borgo di Rondello e quindi al paese di Candelara, poco fuori dell'abitato, a metà costa, c'è un lavatoio " El lavador d' Barsciaia", una di quelle testimonianze di grande utilità quando le case non erano ancora servite di acqua corrente .

Una struttura legata al passato, ricca di ricordi nei tanti abitanti della zona; un lavatoio, che fino a poco tempo fa era ridotto ad un cumulo di macerie, dove, nelle vasche galleggiavano foglie secche e uno strato di muffa percorreva le pareti interne determinando un profondo stato di abbandono, con il colore verdastro di quelle cose lasciate in uno stato di degrado.

Questo è un luogo che racconta pezzi ormai dimenticati di vita quotidiana, ancora legati a quelle situazioni di disagio che erano la vita contadina intorno al paese, il lavatoio è sopravvissuto fino a qualche decennio fa, caduto poi in disuso con l'affermarsi di modelli di vita più moderni e confortevoli.

E' questo un monumento alle fatiche di un tempo, quando, specialmente le nostre nonne, per lavare i panni erano costrette ad andare ai lavatoi, luoghi dove sono passate le storie dei paesi, perché mentre si lavorava si conversava e non da ultimo, si faceva pure qualche pettegolezzo.

E' un piccolo manufatto che a molti potrebbe oggi apparire come cosa inutile, quasi da nascondere o da eliminare, ma in realtà è una testimonianza concreta della vita sociale delle passate generazioni del paese di Santa Maria dell'Arzilla.

Questa costruzione potrebbe essere l'emblema delle lavandaie, forse il miglior monumento che si possa dedicare a quest'umile lavoro.

Quelle vasche hanno visto la fatica di donne ammalatesi d'artrosi,e alle sofferenze del freddo, sempre ricurve sui piani inclinati ed incorniciati da muri che hanno udito e visto lo scorrere della storia.

Il lavatoio era sì il luogo dove si lavavano i panni, le lenzuola, le camicie, ma era anche il punto d’incontro per chiacchierare e condividere impressioni miste ad emozioni, sempre circondate dall'allegro vociare dei bambini che le mamme dovevano per forza di cose, portarsi dietro.

Era l'occasione per sapere i fatti altrui, per criticare, per lodare, e non di rado per discutere, ma anche per intonare canti e ritornelli che alleggerivano le fatiche.

Le lastre su cui si lavava erano e sono ancora in pietra, lisce e levigate dal continuo sfregare, con il bordo fino all'altezza delle gambe, mentre l'acqua usciva da un passaggio laterale.

A volte per innalzare il livello dell'acqua e consentire il risciacquo degli indumenti, le donne formavano una specie di diga, posizionando trasversalmente sul foro d'uscita un lenzuolo arrotolato.

Oggi quei ruderi, muti testimoni di un'epoca passata, fino a poco tempo fa sepolti dalla vegetazione, tornano a rivivere grazie ad una mirata opera di restauro per essere utilizzati come un piacevole punto di sosta in mezzo al verde delle campagne di Santa Maria dell'Arzilla.

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