MATTINO

Sognano:
Un operaio sogna, calando il piccone,
il sudore trasformato in cicatrici dal lampo.
Una donna sogna, china sulla macchina
per cucire, nell’odore malato della sua
pelle spaccata.
Una ragazza nel botteghino del teatro sogna, coi segni
nascosti come chele di granchio, sulle due braccia.
Un venditore di fiammiferi sogna, coi frammenti
di vetro conficcati nel collo.

Sognano:
Che mediante un elemento fatto di
pechblenda e carnotite
attraverso un’interminabile catena di energia,
deserti affamati vengon mutati in fertili campi;
lucenti canali contornano il piede di
montagne che si sgretolano,
sotto soli artificiali, nelle desolate
distese dell’Artico.
Città e borghi son costruiti in oro puro.

Sognano:
Che bandiere da giorno di festa ondeggiano
all’ombra di alberi dove lavoratori
godono il riposo, e leggende di
Hiroshima sono narrate da tenere labbra.

Sognano:
Che quei porci sotto forma d’uomo
che non sanno come usare la potenza
del centro della terra altrimenti che
per massacro
sopravvivano solo in libri illustrati
per i bambini.
Che l’energia di dieci milioni di cavalli vapore
per grammo, mille volte più forte
dell’alto esplosivo,
venga data uscendo dall’atomo in
mano alla gente,
che la ricca messe di scienza
sia portata, in pace, alla gente
come grappoli d’uva succosa
bagnati di rugiada
raccolta
all’alba.

(MATTINO - di Sankichi Toge, un sopravvisuto allo scoppio della bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1943, morto nel 1953 a 36 anni)

Comments 7

  • Danilo Da Rin 19/05/2012 4:45

    Come può essere drammatico il mattino di chi

    “Sogna (no):
    Un operaio sogna, calando il piccone,
    il sudore trasformato in cicatrici dal lampo …”.

    lo spiega bene, nella sua essenza didascalica, il tuo esercizio grafico
    altrettanto lirico della poesia.
    Combinandosi con questi struggenti (e veri)
    versi che ricordano l’assurdità e l’immensità dell’odio
    per il diverso, dell’introduzione di “Se questo è un uomo”di Primo Levi.

    Da una parte, dunque, l’incommensurabilità dell’energia sprigionata in un attimo, dal premere un piccolo bottone su Enola Gay.
    Dall’altro, la capacità di concentrare un odio senza confini fisici verso un’etnia o una fede religiosa o un credo politico,
    rappresentando, ancora una volta, l’assoluto infinito del male.

    Grazie Gino per tenerlo e tenercelo a mente.
  • Gregorio Tommaseo 11/08/2011 18:44

    Immagini geniali.
    Mi soffermo ad ammirare e riflettere.
    Greg.
  • Ambra Menichini 10/08/2011 21:44

    quella fiamma che arriva alle spalle dell'uomo.............infame e violenta.............lo lambisce e lui ancora nn se ne accorge continuando a calare il piccone...........

    l'avevamo persa............è grandissima............

    grazie Gino
  • lucy franco 09/08/2011 15:14

    in copertina....premiata, e a merito....

    complimenti

    Lucy
  • b. monica 07/08/2011 13:02

    io non li inventere neanche per i libri di bambino, ma la realtà aimè, la devono pur dolcemente conoscere anche loro. grazie gino, per questo tuo sempre elegante, colto e sensibile omaggio alla storia, in questo caso al dolore che ha portato. mi colpisce, come realizazione artistica del tutto propria e forte emotivamente e concettualmente, il rosso che penetra nel corpo da fuori
    ciao, monica
  • lucy franco 06/08/2011 18:01

    fulminante quella scia rossa, minacciosa e velocissima.....ha scritto la storia che tutti conosciamo.

    un pensiero a tutte le vittime della guerra
    un pensiero alla speranza che non deve svanire..
    Mai

    Lucy
  • Carlo Atzori 06/08/2011 16:56

    Splendido connubio immagine-parole, tutto diventa racconto, reportage di vita e di ricordi e di quello che succede o è successo, ininterrottamente: lo scorrere del tempo.
    Carlo